A GINA, quello che ogni donna dovrebbe essere per un uomo, il suo alter ego


sabato 28 dicembre 2013

IL MIO TEMPO OBLIQUO

Questo è un tempo obliquo, questo degli ultimi anni: quello che mi divora sul blog e sulla carta. Non posso dire che non mi appartiene ma vorrei che se ne andasse altrove a intorbidare il cuore.
Il mio tempo vero è qui, su questo poggio a scrutare una porzione di azzurro marino incuneata tra il monte e la vigna; il tempo diretto è un ragazzo senza freni che mi ha raccontato altre storie con altre parole e altre intenzioni. Credevo di incontrarli tutti i visi che ho amato: gli uomini e le donne che, secondo me, dovevano essere tutti qui a vagare fra queste colline e il mare.
Si sono celati nel gran corpo della terra: di loro hanno lasciato, qua e là, soltanto l’eco sciolta del loro essere persone…e mi hanno dato una lezione di asciuttezza e dignità. Ho sperato che ci fosse almeno lei, doveva esserci e ho gridato il suo nome al vento ma non è tornato niente indietro: così sono inciampato nei sogni e, adesso, andarmene sarà solo un’illusione. Voglio dirvi che ho camminato tanto da scordare il punto di partenza, che mi sono finto mille altre cose da quest’uomo che guarda ostinatamente davanti a sé.
Non c’è astio, non c’è rammarico ma ho capito che non sono più qui da tempo; ho capito di avere un senso solo col vento vero sulla faccia e con i ricordi che non si possono raccontare. Le cose che scrivo, fuori dai miei occhi, annaspano e muoiono: questo spiega sia le carezze che gli insulti. Fra il silenzio della terra e l’idea del mare che verrà non riesco a dirvi addio semplicemente, con tutto l’amore che ho. Non lo dirò quindi ma averlo pensato è peggio.

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Ciao Gina mia