A GINA, quello che ogni donna dovrebbe essere per un uomo, il suo alter ego


giovedì 12 dicembre 2013

Uno

Gustav Klimt

Sono un solitario e adesso non ha più importanza capirne il perchè: è trascorso tutto il tempo necessario ad esaurire le ragioni di una vita vissuta così. Io sono solo. In compagnia, buona o brutta, assorto nel formicolare di pensieri o nel silenzio vuoto di un giorno d’estate, io sono solo.
Ci sono attorno i totem densi di tutto ciò che ho amato: i visi, gli occhi, il suono delle parole dette o sussurrate…non cambia poi molto. Sono solo con tutto ciò che amo. Stare da soli può uccidere; può lasciarti svuotato come una buccia che si sostiene per caso finchè un colpo di vento più forte la fa cadere e ne mostra tutta l’intrinseca debolezza. Non mi consolo, non ne ho voglia, anzi non ho voglie, non quelle comunemente definite come tali. Ho sogni, sogni bellissimi e vasti come il mare, talmente perfetti da lasciarti sbigottito. In fondo vivo di sorprese: stare sul web è una di queste. constatarne i limiti un’altra, rendersi conto che la volgarità è da ogni parte intorno a noi, e che ogni giorno, inevitabilmente, soffochiamo nell’imbecillità diventa infine l’inevitabile conclusione. Io faccio parte di questa comune sconfitta, che la dichiari in buon italiano e serenamente non ne cambia i connotati, mi rende solo più ridicolo. Capisco ora veramente i termini di un “certo” problema, adesso gli insulti e le critiche mi suonano comprensibili; raccontano il disagio di chi non vuole arrendersi all’esercizio di una superficialità di comodo e pretende una comprensione che si rifiuta di concedere agli altri. Scriverò ancora, continuerò a farlo così come un vizio antico da cui non so liberarmi. Non è detto che risponda ai vostri messaggi… spesso non so cosa dire, perchè rispondendo a volte io perpetuo un rituale che rende risibile anche un’intuizione corretta: nascere è umano, perseverare è diabolico. Pare che io lo sia diventato.

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Ciao Gina mia