A GINA, quello che ogni donna dovrebbe essere per un uomo, il suo alter ego


domenica 15 dicembre 2013

Enzorasi

Ho in testa almeno un centinaio di post, un centinaio di Enzorasi pronti a scappare sulla tastiera. Stanno facendo un tale chiasso che, stamattina, li ho chiamati in direzione e ho detto loro che nelle prossime settimane voglio vedere attentamente i “loro compiti a casa”, voglio correggerli e dare loro un senso minimo di unità. Insomma ho dato loro un’occhiata in questi giorni e c’era una tale accozzaglia di “etichette” da lasciare senza fiato anche uno come me che conosce bene i suoi polli, una “enciclopedia dell ’Enzorasi pensiero” che non ha alcuna dignità di essere immediatamente partorita così com’è.
In bottega ho trovato la musica della mia generazione sessantottina, riveduta e corretta dagli umori della mia educazione di borghese siciliano; i lampi della mia infanzia magica e “rivoluzionaria” tesa tra Milano e la Sicilia, tra il risotto con lo zafferano e il couscous; le note dell’orchestra sinfonica della Scala e gli accordi impossibili della chitarra di Jimi Hendrix; le pagine lucide di Sciascia e i ciclostili del movimento studentesco del 1970; i canali d’acqua dolce della bassa padana tra le cascine dove arrivavo in bicicletta… e questo mare arrogante e infinito dove ho scelto di posare i miei occhi da vecchio e il mio cuore di ragazzo. Alcuni mi hanno invitato ad essere più tollerante tout court e a provarci ancora; io dico ricominciamo in un altro post, ho ancora alcune confessioni strabilianti da fare e sono un uomo che nasconde la sua tenerezza per non farsi troppo male.

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Ciao Gina mia