A GINA, quello che ogni donna dovrebbe essere per un uomo, il suo alter ego


sabato 18 gennaio 2014

La ragazza del bar

Non aver più nulla da fare, questa è la sensazione che da qualche giorno mi trascino dietro: guardo queste pagine e non ci scrivo sopra.
Guardo anche l’umanità che mi scorre accanto e non le dico niente.
Stamattina pensavo di essere niente.
Anche ieri sera mentre facevo l’amore con la ragazza del bar pensavo la stessa cosa. Mi sono sorpreso nel vedere il mio sperma fuoriuscire da me e colare sul petto lucido di sudore della donna: una chiazza bianca fra due seni rotondi e perfetti.
Niente, secco come un ramo centenario.
- Era questo che volevi? L’ho solo guardata.
- Avevi un desiderio che ti scoppiava dagli occhi, sono venuta qua per questo.
- Sei venuta perchè ti eccitavo, il resto è resto, a perdere
- Stronzo! Sei solo uno stronzo. Mi tratti come una puttana- e ti alzi come per rivestirti.
 - Non sei capace di silenzio. Hai paura del silenzio? Ripetimi il tuo nome e dimmi di nuovo che non sei una puttana ma vorresti diventarlo.
Ti sei fermata a guardarmi, finalmente hai uno sguardo tranquillo: ti giri e ti pieghi verso il mio sesso e lo prendi in bocca. Adesso sì che ti sento, adesso sì che mi vuoi, adesso le parole cambiano significato e possono mettersi di fianco a guardare il bisogno di assoluto che ferma il tempo. Di notte, mentre ti riaccompagno a casa , mi parli a lungo di te, del lavoro che fai, dell’altro, dei mille motivi che formano la tua musica. Non ricorderò altro Elisabetta ma scriverò di noi sul blog e sarà come se uscissi nudo di casa.

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Ciao Gina mia