A GINA, quello che ogni donna dovrebbe essere per un uomo, il suo alter ego


lunedì 3 febbraio 2014

Alla rinfusa

Vorrei qui i miei compagni di liceo perduti per sempre....quelli dei miei figli che fanno lo stesso identico frullo delle rondini che arrivano al nido, mi guardano a volte…ma non mi vedono.
Le ragazze, accidenti, sì le ragazze sembrano cambiate ma a me paiono sempre sottilmente incomprensibili (ma è l’unico modo che conosco per amarle tutte); quella bambina in particolare che è divenuta grande lontana da me per dimostrarmi che tanto sono tutte minchiate l’amore, il sesso ,l’etica, e mentre me lo dice a muso duro piange e mi carezza perché lei mi ama, ma non basta.
Tra una porta e un sospiro, quando sto già pensando di aver visto tutto, di aver tutto chiarito, nella bottega entrano facendo un gran chiasso, la violenza e la febbre delle opinioni: da queste appunto vorrei fuggire ma esse mi inseguono, mi rincorrono dal marzo del 1972, dalla sera in cui lasciai il movimento alla Statale di Milano. E adesso sono qua, tutte, le vecchie e le nuove; quelle che sanno navigare solo sulla carta stampata e le altre nate da madri bioniche coi capezzoli pieni di bites. Io riesco a stare abbastanza male in entrambi casi e, comunque, della loro ignorante durezza ne ho piene le scatole.

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Ciao Gina mia