A GINA, quello che ogni donna dovrebbe essere per un uomo, il suo alter ego


venerdì 7 febbraio 2014

Finirà: i latifondi dell'anima

Gli spazi che cerco hanno un timbro inconfondibile: mi attraversano e ricompongono le mie fibre ad un nuovo avvenire. Sono i latifondi dell’anima. Al loro interno puoi trovarci di tutto: fogli di quaderno riempiti di parole, segno di un vizio antico, scarpe usate su strade ormai svanite, vecchie foto…anche dieci vecchie canzoni e un titolo non sempre centrato, un piccolo disco argentato al posto delle grandi padelle nere piene di piccoli solchi. Quello di Luca Carboni e la sua musica ribelle. Per la musica, per certa musica, è come per gli affetti e i ricordi del tempo passato: impossibile darne un giudizio obiettivo. E soprattutto inutile.
C’è il cuore, la gioia e la malinconia di quella che allora fu sorpresa e tutto questo s’impasta con l’ascolto di oggi, con la “maturità” del presente. Per un ragazzo gli zingari felici di Claudio Lolli o “la casa di Ilde” di De Gregori devono per forza suonare diversamente; chissà, forse l’impatto iniziale è maggiore rispetto al mio ma mi domando se la sorpresa c’è, se il senso di apertura che io provavo allora esiste ancora. “ Le nostre braccia arrivano ogni giorno più lontano…è vero che non ci capiamo e non parliamo mai in due la stessa lingua”. Gli zingari felici li vidi molto tempo fa, io non posso e non farò mai parte di quel gruppo; potrei essere felice in altro modo…o in un altro tempo.
La società in cui sono cresciuto ai miei 17-18 anni era povera di tecnologia, dura e piena di vetri taglienti, coloro che mi avevano preceduto tentavano di aggrapparsi ai nostri vestiti per non sparire dal palcoscenico. Li abbiamo fatti annegare per cantare una musica diversa, quella di Anna che ha 18 anni e si sente tanto sola, ha la faccia triste e non dice una parola tanto è sicura…Non voglio fare mea culpa cretini: fu così, eravamo così, andavamo al liceo con giacchina e cravattina, togliersele fu una rivoluzione!
E’ il profumo di quella rivoluzione che mi impedisce di essere obiettivo ma, in fondo, cosa me ne frega? L’ombra di mio padre è ancora due volte la mia però adesso lui cammina ed io corro. Credo di sapere dove mi dirigo e non mi piace; serve a poco ascoltare vecchie canzoni ma è bellissimo. Illusioni, ecco cosa rigiro nelle mani, illusioni forti e dure a morire, non allucinazioni: le voci originali in alcuni casi sono assolutamente insostituibili. Mi spiego: se prendi un’idea, uno stimolo e lo riproponi devi farci all’amore in modo completo prima di uscire allo scoperto, i coiti frettolosi non servono e queste dieci canzoni sono amanti esigenti, in alcuni casi possono stritolarti. Luca Carboni si salva per un pelo ed io resto un signore maturo con un CD in mano e poca confusione in testa, troppo poca per lasciarsi andare ad entusiasmi giovanili…abbastanza per scrivere una cosa come questa.

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Ciao Gina mia