A GINA, quello che ogni donna dovrebbe essere per un uomo, il suo alter ego


martedì 10 settembre 2013

La sera di sera



E’ quando la luce vacilla

e va via che arrivano gli altri colori.

Tornano a grumi i ricordi

come collane delle altre vite

che io ho finto di dimenticare.

Si riflettono in questa,

danzano sui miei capelli,

mi trascinano, timido, in un ballo

pubblico sotto gli occhi di spettatori

diversamente interessati.

A volte rovescio il capo all’indietro

e mi concedo.

Allora è bellissimo,

i cieli, le strade, le stagioni,

i visi e le parole, mi sfondano

il cuore

senza farmi male.

Allora io sono vero, senza luci di scena

falsi eroismi, concrete paure.

Sono quel che mia madre ama e teme io sia:

un lucido errore che riconosce se stesso.

Aspetto che gli astri terminino

il loro ciclo, domattina non potrò dire di aver sognato

non riesco mai a dividere esattamente

i sogni dalla realtà,

l’oggi da ieri,

i miei occhi stanchi dai miei piedi

di bambino.

E’ di sera che il quadro si compone

ed io che sono malato

alzo il viso verso l’eco delle mie ombre

in direzione del mio respiro lontano.

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Ciao Gina mia