Mi chiedo e ci chiediamo tutti credo da dove cominciare per ricostruire questo paese tutto?
Da un modo totalmente diverso di fare politica per prima cosa.
Possiamo lasciare in piedi i PALAZZI della Repubblica (sono anche opere d’arte) ma dentro mettiamoci i lavoratori, gli artigiani o i professionisti seri, e non gli diamo che un obolo!
Uccidiamo la politica di professione ed i suoi orpelli, non è possibile? Non è vero, bisogna crederci e ci vuole tempo.
Dopo la smettiamo di riempire i giornali di parole vuote e la televisione di passerelle di destra e di sinistra, di FEDI e di SANTORI, magari la finiamo anche con questa infinita lagna del federalismo e decidiamo una volta per tutte che diavolo di nazione vogliamo essere e dove passano i suoi confini.
Così finalmente io diventerò un extracomunitario (ma non ti salvi nemmeno tu però) e il resto del Paese, quello che conta e produce si toglie questa palla al piede. Dei morti , degli operai meridionali che dal dopoguerra in poi hanno costruito quel Paese a Torino e a Milano ne facciamo uno sbiadito ricordo di storia. Detto questo io credo che la ricostruzione del paese comincia da noi e che ci sono fondati motivi che la si prenda in saccoccia tutti! Comincia dai vecchi lupi come me testimoni degli ultimi 40 anni di società “deprimente” e dai ragazzi che hanno voglie e fanno bene ad averle. Possiamo iniziare anche da un BLOG e dall’idea di comunicazione che esso contiene. Farne un motore o una bomba chimica dipende solo da ciascuno di noi e la cultura in senso stretto c’entra poco; quello che conta è l’onestà intellettuale ed io nei latifondi di Sicilia ho incontrato contadini nobilissimi da questo punto di vista.
Ho poco tempo e ne ho sprecato moltissimo appresso alla beat generation e al decadentismo meridionale, sono stanco…soprattutto di leggere e ascoltare minchiate. L’impulso di mandare tutto a quel paese e andare a Lampedusa per guardare in faccia L’Africa fa il paio con quello di mettermi un abito di buona sartoria e ricominciare a frequentare i salotti buoni della mia città: non pensiate che le due condizioni siano inconciliabili, io culturalmente sono un ibrido perfetto, un camaleonte, mi adatto e scruto.
Dei miei sogni ho fatto talvolta un regalo a chi, senza un perchè, mi ha dato un’impressione “giusta”. Questo spazio è nato anche per questo
Vorrei raccontarvi cose nuove e strabilianti invece continuo a pubblicare la medesima cosa : la mia vita, il mio sentimento, la mia spiegazione. E quindi la mia forza.

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Ciao Gina mia