A GINA, quello che ogni donna dovrebbe essere per un uomo, il suo alter ego


mercoledì 11 settembre 2013

L'amore pacato

artworks by Eveline Taranadjaja
Il contatto con l’esterno incide sul mio umore, sparpaglia le carte e cambia le prospettive, non stravolge ma mi obbliga a pensare su un piano diverso. Non sempre mi piace quello che scrivete ma certe volte il contatto mi colpisce e resta impresso.
*Enrica sei pacata, questa è l’idea che lasci, io però non mi sono mai fidato delle apparenze se prima non le guardo con i miei altri occhi. Avrai capito che ho letto il tuo commento dopo aver risposto agli altri, un’asimmetria temporale che ti ha lasciata staccata da tutto il resto, pacata e solitaria appunto.
Su alcune cose della dinamica amorosa abbiamo apparentemente uguale opinione  ma tu sei conciliante, disponibile ai giudiziosi compromessi della vita amorosa, e menti ( scusami) menti e soffri mentre sistemi il cuore ad un nuovo dolore. L’insetto raro che hai dentro pretende altro e lo trova in nicchie segrete che non racconti a nessuno. Quindi siamo diversissimi e dell’amore abbiamo un’idea molta diversa, cinematograficamente lo rappresenteremmo con campi di ripresa differentii: ma il “tradimento” degli attori principali ci sarebbe sempre perchè è connaturato alla natura di quella parte d’amore.
Il vero problema consiste nel comprendere che siamo tutti sosia e che nessuno di noi può reggere ad una recita di quella levatura se non per breve tempo. Io quando dopo altre vite sono tornato al campo lungo e ho lasciato da parte lo zoom ho visto un’altra immagine: ho visto che l’amore comunque mi sorrideva bellissimo e ingiusto nella sua dimensione aliena al tempo e alle mode. Non capisco come e dove tu abbia assunto di me il concetto di spreco dell’amore, di cinismo e di autodistruzione: non sono fantasmi creati dalla mia mente sono la cruda realtà, quella da cui io mi difendo proteggendo il mio amore dal tempo che vuole sfregiarlo. In campolungo l’amore non finisce mai, è come se ci fosse sempre stato ed io nuoto dentro il mare in cui mi tuffai tanto tempo fa cosciente che vi annegherò, consapevole, dentro. Devo anche dirti che questo tipo di discussioni sono sempre a metà, schiave della mancanza di uno sguardo o di una voce che parlerebbero molto meglio di noi. Non si può sprecare l’amore, bisogna guardarlo in faccia sempre per non vivere il resto della vita nel rimorso di non averlo fatto.
* Enrica Galassi aveva un blog fino ad un paio di anni fa

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Ciao Gina mia